
Le proposte del sindacato per fronteggiare la nuova ondata della pandemia
“In un momento di depressione sociale sempre più in ascesa, anche per le giuste decisioni governative funzionali alla prevenzione della pandemia COVID–19, la Rappresentanza Militare – Co.Ba.R. Emilia Romagna si riunisce, in servizio e a spese dei contribuenti, per proporre di estendere il ‘nastrino di merito’ per tutti i militari che durante il lockdown di marzo lavoravano per organizzare, sotto il profilo logistico amministrativo, i servizi connessi al controllo delle prescrizioni anticovid”, a spiegarlo è il Nuovo Sindacato Carabinieri, che continua: “In altre parole chiedono di estenderlo a tutti, anche a chi, oggettivamente, non ha corso alcun rischio o ricevuto alcuna pressione psicologica in conseguenza del pericolo durante ogni singolo controllo stradale. Intendono, cioè, annullare la ratio e ogni ragion d’essere del riconoscimento”.
“Questo è quello che la rappresentanza militare ritiene sia benessere del personale.
Noi di N.S.C. abbiamo una diversa idea su cosa si debba intendere con ‘benessere del personale’ “.
Noi del Nuovo Sindacato Carabinieri – Emilia Romagna – sottolinea il Segretario Regionale Armando De Angelis – ci stiamo riunendo costantemente come consiglio regionale, formato per la Provincia di Ravenna da: Giovanni Morgese – Salvatore Pacia – Domenico Saputo – Francesco Scirpoli; per la Provincia di Modena da: Loparco Antonio – Massimiliano Berni; per la Provincia di Piacenza da: Andrea Becchio; per la Provincia di Bologna da: Davide Cutrino – Valentina Sorrenti, (a nostre spese e liberi dal servizio) per analizzare la lunga strage silenziosa di uomini e donne in divisa che nel 2020 ha già raggiunto quota 40 morti.
Stiamo esaminando la situazione alloggiativa dei Comandi e studiando come rendere adeguata e trasparente la distribuzione a favore del personale dipendente.
Stiamo analizzando cosa proporre al Comando Generale per contribuire nella tutela del personale in questa nuova stagione pandemica da Covid.
È del tutto evidente come l’anacronistica rappresentanza militare sia ormai retaggio di una cultura militare non più sostenibile e decisamente non al passo con i tempi.