
Sono stati accusati di estorsione, lesioni personali e omessa formazione dei lavoratori in materia di sicurezza sul lavoro
Le denunce sono scaturite nel corso di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna dopo che un’operaia si era rivolta ai Carabinieri per denunciare un fatto insolito verificatosi nello stabilimento bolognese di una multinazionale.
La donna, una quarantenne italiana, si era gravemente ferita a una mano lavorando con un trapano industriale non a norma. Saputo l’accaduto, tre dei quattro responsabili costrinsero la dipendente a mettersi in malattia e a inventarsi un incidente domestico per non compromettere il nome dello stabilimento, visitato nei giorni successivi da ispettori della casa madre per valutare la produttività dell’impianto industriale.
Inizialmente rassicurata con garanzie di tutela, la donna si è resa conto solo successivamente che sarebbe stata licenziata per aver superato i giorni di malattia (quasi un anno) dovuti all’impossibilitata di recuperare il funzionamento dell’arto, decidendo così di rivolgersi ai Carabinieri della Stazione di Crevalcore.
Un’ispezione all’interno dello stabilimento da parte delle forze dell’ordine ha confermato la versione dell’operaia per via anche della presenza di macchinari da lavoro irregolari, come quello utilizzato dalla donna.
I quattro responsabili dell’azienda sono stati indagati a vario titolo per estorsione, lesioni personali colpose, omessa valutazione dei rischi da parte del datore di lavoro e omessa formazione dei lavoratori in materia di sicurezza sul lavoro.