
Il sindaco Panieri: “Il Dup racchiude le nostre linee di mandato, gli obiettivi e i mezzi per raggiungerli”
“E’ necessario partire da una premessa molto semplice: il nostro è un progetto chiaro, concreto, innovativo e soprattutto con uno sguardo a lungo periodo. Con questo documento vogliamo dare stabilità alla città: lo avevamo detto quando ci siamo presentati ai cittadini e lo stiamo mettendo in pratica, già dai primi mesi. E’ la precondizione per porre in essere le condizioni per stimolare gli investimenti del territorio, pubblici e privati, e per attrarre quindi maggiori opportunità. E oltre a questo, dobbiamo guardare più avanti, ai prossimi cinque anni che ci attendono, avendo un’intelligente consapevolezza su questo delicato momento che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, ovvero la pandemia da Coronavirus. Che ha trasformato incredibilmente le nostre vite, che ha evidenziato difficoltà e criticità, che ha posto in discussione un assetto sociale ed economico – spiega il sindaco Panieri – Che ci ha consegnato anche nuove opportunità: a noi il compito di ricostruire, di riprogettare, di realizzare la ripartenza, tenendo conto ovviamente degli elementi che sono emersi in questa fase molto delicata e che sicuramente ci saranno utili per essere più solidi in futuro come comunità e come città“.
Con queste parole il primo cittadino ha presentato nei giorni scorsi il Dup, quel Documento Unico di Programmazione che rappresenta l’ossatura del progetto politico di governo della città, una sorta di fotografia degli interventi che l’Amministrazione Comunale ha in programma per i prossimi 5 anni.
Al centro del Dup ci sono ovviamente le emergenze principali: il lavoro e lo sviluppo economico, che devono essere ripensati e sostenuti nella dimensione odierna, post-Coronavirus; le nuove fragilità sociali (e non solo) da ricucire e tenere insieme nella società con strumenti nuovi; il rilancio degli aspetti sociali della città (dalla formazione alla sanità, fino all’ambiente) e, ovviamente, il grande tema degli investimenti legato principalmente allo sviluppo, alle infrastrutture e alla rigenerazione urbana, che è fondamentale se vogliamo ragionare in un’ottica di progettazione.
“Pur essendo questo un progetto a lungo raggio, dobbiamo ricordarci che fin dai prossimi anni, visto anche l’evento della pandemia, sarà necessario mantenere un focus maggiore sul tema del sistema sanitario e delle fragilità, che sono stati quelli messi in risalto dalle situazioni che abbiamo vissuto e stiamo vivendo” – prosegue il sindaco.
Tre i pilastri su cui l’Amministrazione intende costruire l’Imola del futuro a partire da quello che si prefigge una una città solidale (nei prossimi articoli saranno presentati anche gli altri).
“Come abbiamo detto, partiamo dalle fragilità. Questo significa da parte nostra un’attenzione vera sul tema sanitario: c’è l’impegno sulla nuova Casa della Salute che vogliamo realizzare, su un nuovo patto per il nostro ospedale e sul garantire la prossimità dei servizi. Le nostre risorse sanitarie, grazie ad un dialogo istituzionale che finalmente dopo anni è ripreso (con il Circondario, con la Città Metropolitana e con la Regione Emilia Romagna) potranno essere valorizzate come meritano. Mi riferisco, in particolare, alle intenzioni della Regione, espresse dall’Assessore Donini su Montecatone (nuovo assetto societario) e ai finanziamenti che potranno arrivare ed essere utilizzati con l’accesso al MES da parte dell’Italia. Insieme a questo, dobbiamo ricucire un tessuto che è uscito spossato da questo tempo: fra le nostre intenzioni, un investimento nelle politiche abitative pubbliche, tenendo insieme la solidarietà per chi ha bisogno e la sicurezza, intervenendo quando si verificano situazioni irregolari (abbiamo già iniziato a farlo!) – conclude Panieri – Vogliamo costruire, inoltre, un tavolo sulle disabilità con le associazioni e tutte le realtà della città per solidificare una rete di sostegno integrale per le persone; mentre per dare risposte a tutte le povertà, vecchie e nuove, va costruito un nuovo progetto per mapparle e contrastarle alla luce dell’esperienza della pandemia. Tuttavia non ci vogliamo concentrare solo sulle emergenze, ma anche sulla progettazione del futuro: da qui passa anche il tema del sostegno all’infanzia e degli asili nido, le cui rette sono state abbassate del 40% per tutte le famiglie dal nostro Comune grazie all’intervento di finanziamenti regionali. Dopo l’accessibilità, bisogna integrare e migliorare l’offerta educativa: significa sensibilizzare davvero i bambini alla lingua inglese già dalle scuole dell’infanzia e introdurre nuovi progetti di inclusione scolastica, contro il bullismo e il disagio psicologico e non solo. Una Comunità più solidale sarà anche una comunità più solida. E una comunità solida può progettarsi e costruire“.