
L’iniziativa si è svolta nell’ambito del progetto “Questioni di genere”
Grande successo per l’iniziativa “Un genere di scienza”, organizzata dall’Assessorato Pari Opportunità e dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Imola per promuovere l’empowerment delle donne e ragazze nell’ambito delle materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) in contrasto agli stereotipi di genere.
Sono state oltre 200 le studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di II grado di Imola che hanno partecipato, nell’Aula Magna dell’istituto “Alberghetti”, all’incontro dal titolo “Cosa farai da grande? Questione di saperi e di libere scelte”, con Sveva Avveduto, presidente dell’Associazione “Donne e scienza”, Mariangela Ravaioli, biogeochimica marina CNR e Mila D’Angelantonio, chimica CNR.
In serata, poi, molto apprezzata la conversazione, nella Sala delle Stagioni, dal titolo “Lo sguardo diverso delle donne nella scienza. Storie impertinenti”, con Sveva Avveduto, presidente dell’Associazione “Donne e scienza”, Mariangela Ravaioli biogeochimica marina CNR.
In precedenza, il 2 marzo, scorso, si era svolto l’incontro pubblico con Paola Govoni, prof.ssa ordinaria di Storia della Scienza all’Universitàdi Bologna, sul tema “Donne differenti che hanno fatto la differenza”.
L’obiettivo dell’iniziativa “Un genere di scienza”
Ricordiamo che l’iniziativa “Un genere di scienza” si è svolta nell’ambito di “Questioni di genere”, il progetto dell’Amministrazione comunale nato per divulgare sul territorio la cultura di genere e contrastare gli stereotipi che producono discriminazione e disuguaglianze, in collaborazione con CEAS Imolese, Casa Piani, Coop. Il Mosaico, Lega Coop Imola. Dopo un percorso avviato sul linguaggio e la comunicazione e le attività proposte alle scuole nell’autunno scorso per il secondo anno consecutivo l’attenzione è stata rivolta ai percorsi formativi sulle materie scientifiche, tecniche e tecnologiche.
Da dati e indagini ufficiali ampiamente diffusi risulta infatti che le ragazze incontrano più ostacoli nell’accesso alle professioni scientifiche e tecniche dovuti a pregiudizi e a uno sguardo stereotipato che ancora le vede inadatte o meno adatte a queste funzioni. Molte di loro inoltre rinunciano da subito, condizionate da questi stereotipi, a seguire le aspirazioni e le attitudini che le orienterebbero alla ricerca e ad occuparsi di scienza e tecnologia. Finiscono così per seguire percorsi più tradizionali. Il tema riguarda la libera scelta e la valorizzazione di risorse di cui il sistema ha bisogno e che spesso esprimono una visione originale che può offri re un contributo prezioso al servizio della comunità.
Con “Un genere di scienza” si è inteso affrontare questo tema, invitando scienziate e divulgatrici che stanno compiendo questa esperienza. Donne che hanno studiato il contributo delle donne nel corso dei secoli al progresso scientifico. Un contributo che fino a qualche tempo fa è rimasto ai margini della narrazione sulla storia della scienza e che proprio le scienziate hanno portato alla luce rivendicandone la legittimità e il valore. Riprendendo questo filo narrativo si è inteso offrire un’opportunità di conoscenza, di confronto attraverso storie concrete le quali sono l’esempio di prospettive percorribili anche dalle ragazze che vorrebbero seguirlo.