Sergio Sangiorgi

Gli psicologi: “Le aziende valorizzino le esigenze delle diverse generazioni”

«E’ finita l’epoca del megadirettore di fantozziana memoria che siede su una poltrona in pelle umana. I giovani non si immaginano di fare carriera in uffici lussuosi, sono molto più interessati a gestire in autonomia il proprio tempo lavorativo». Sergio Sangiorgi, coordinatore del Gruppo di Lavoro Psicologia del Lavoro dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna, punta l’attenzione sui cambiamenti che stanno avvenendo all’interno delle aziende italiane, e in particolare sui passaggi generazionali. «Non si tratta solo di passaggi di proprietà (e di know-how) – spiega -, ma anche di un dialogo fra diverse competenze, abilità digitali, concezioni, valori e attese sulla qualità della vita lavorativa». Differenze di cui occorre tenere conto nello sviluppo organizzativo e che gli psicologi del lavoro possono aiutare a gestire. «Gli psicologi in azienda possono aiutare a “leggere” e valorizzare le differenti esigenze dei lavoratori – continua Sangiorgi – favorendo un buon “fit” dei nuovi assunti con la cultura organizzativa dell’impresa. Possono inoltre supportare l’azienda nell’adattare l’organizzazione del lavoro in termini di flessibilità, competenze, ruoli e strumenti».

Del contributo della psicologia del lavoro alle imprese nell’affrontare i passaggi generazionali e i cambiamenti culturali si parlerà oggi, sabato 21 maggio, dalle 9.15 alle 13.15 nel corso del webinar “NeXt Generation – Uno, nessuno e centomila: i volti delle generazioni e dei passaggi generazionali nelle organizzazioni”.

L’incontro, promosso dal Gruppo di Lavoro Psicologia del Lavoro dell’Ordine regionale, è rivolto sia a psicologhe e psicologi, sia alle aziende del territorio e alle associazioni di categoria. Per aziende e associazioni, la partecipazione è tramite diretta Facebook sull’account social dell’Ordine al linkhttps://www.facebook.com/OrdinePsicologiEmiliaRomagna.

Dopo un contributo scientifico che inquadrerà la tematica e alcune testimonianze di manager di grandi aziende e di un giovane startupper, gli psicologi offriranno un contributo metodologico su come supportare il confronto fra generazioni, non solo nei passaggi di proprietà. L’evento si concluderà con una tavola rotonda a cui prenderanno parte esponenti del mondo del lavoro e di importanti associazioni di categoria.

Una recente survey di Randstad su 35mila dipendenti in 34 Paesi dimostra che soprattutto gli under 35 lascerebbero più facilmente il lavoro se impedisse loro di godersi la vita, ritenendo la vita personale più importante rispetto a quella lavorativa. La qualità della vita è una priorità di molte persone che vogliono che i loro valori si riflettano nella missione dell’azienda, e la flessibilità è un desiderio condiviso.

«Oggi è necessario comunicare attenzione verso le fasce più giovani che danno una diversa importanza alla gestione del tempo e all’autonomia nel proprio lavoro, decidendo dove, quando e come lavorare – spiega lo psicologo – Se per alcuni andare in ufficio è normale e restafondamentale, per altri non lo è. Sempre più, il tempo trascorso con i colleghi in ufficio saràil tempo dedicato all’interazione, alla creatività, all’informalità e al coordinamento, mentre il tempo di elaborazione delle informazioni e dell’operatività individuale potrà essere gestito con maggiore autonomia».