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La preoccupazione della comunità bolognese (Fonte Ufficio Stampa Testimoni di Geova Bologna)

Le parole di Massimiliano Monterumisi, portavoce per l’Emilia Romagna del movimento religioso

È stato un anno terribile per i Testimoni di Geova della Russia, non solo per la pandemia di Covid-19, ma anche per la crescente opposizione al loro credo. Una situazione sempre più grave che alimenta la preoccupazione e l’ansia delle comunità dei Testimoni di Geova dell’Emilia Romagna comprese le numerose di lingua russa che operano a Bologna, Rimini, Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Faenza e Parma

L’inasprimento delle autorità russe ha portato al raddoppio delle condanne per “organizzazione estremista”. Ecco alcuni numeri: nell’anno 2020 sono state intraprese 188 azioni penali che coinvolgono 147 fedeli; 39 persone, tra uomini e donne, sono state condannate in base all’articolo 282.2 del Codice Penale della Federazione Russa; 72 persone sono state incarcerate (44 si trovano attualmente dietro le sbarre); 477 abitazioni dei Testimoni di Geova hanno subito irruzioni.

Non a caso la Russia è stata inclusa tra i 10 massimi violatori dei diritti umani, anche a causa dell’incessante persecuzione nei confronti dei Testimoni.

Massimiliano Monterumisi, portavoce dei Testimoni di Geova per l’Emilia Romagna, commenta proeccupato: “Con la persecuzione dei fedeli Testimoni la Russia si sta prendendo gioco sia della legislazione internazionale sui diritti umani sia della propria Costituzione, la quale tutela la libertà religiosa. Tutti i principali organismi internazionali che si occupano di diritti umani stanno protestando contro questi continui abusi, che, come ha sottolineato l’USCIRF, sono spesso frutto della ‘logica perversa della propaganda [dei gruppi] anti-sette’, molto attivi in vari paesi inclusa l’Italia. Il mondo osserva ciò che sta succedendo in Russia e tutti i principali organismi internazionali che si occupano di diritti umani stanno protestando contro questi abusi.”