Migranti del Cas calcio Bologna
(©Ufficio Stampa Centro Sportivo Bonori)

Al primo allenamento hanno già partecipato una quindicina di ragazzi

Al via la squadra di calcio composta da giovani migranti ospiti del Cas di via Mattei. Giocherà al Centro sportivo “Pier Paolo Bonori” di Bologna, che da qualche anno si sta affermando come il punto di riferimento a Bologna per lo sport inclusivo. 

Non solo rugby dunque al Bonori, il Centro sportivo alla periferia Nord di Bologna, sul quale gravitano gran parte delle società rugbistiche bolognesi, con oltre 600 atleti, da tempo è protagonista con iniziative e progetti riguardanti lo sport inclusivo, veicolo di accoglienza e integrazione, con discipline che oltre al rugby vanno dal calcio alla pallavolo, dal tiro con l’arco al frisbee, dallo skate all’atletica pesante.

Di questi giorni la novità, nata da un’idea del Bologna Rugby Club, gestore e anima del Centro sportivo del Comune di Bologna (Quartiere Navile), che accogliendo un desiderio della scuola Penny Wirton di Bologna, e con il supporto dell’Associazione Famiglie accoglienti, è riuscito nell’intento di creare una squadra di calcio composta dai ragazzi ospiti del Cas (Centro di accoglienza straordinaria) di via Mattei. 

Al primo allenamento hanno partecipato attivamente una quindicina di ragazzi, perlopiù neo maggiorenni provenienti dall’Africa Sub Sahariana Occidentale, ma già nella prossima settimana il numero degli atleti – già selezionati – dovrebbe assestarsi intorno alle 35/40 unità.   

Francesco Paolini, presidente del Bologna Rugby Club: “L’idea di creare una squadra di calcio composta dai ragazzi ospiti del Cas è nata nel luglio scorso in occasione dei Giochi antirazzisti, che per il secondo anno abbiamo ospitato presso il Centro sportivo.
Tra le tante squadre partecipanti all’evento, iscritte al torneo di calcio, due erano composte dai ragazzi del Cas che frequentano la scuola d’italiano Penny Wirton. Mi ha colpito la loro voglia di confrontarsi e integrarsi con altre realtà attraverso lo sport. Due di questi sono poi venuti a giocare a rugby, anche se ho capito che vedevamo il calcio – sport più popolare tra di loro – la chiave di volta della loro integrazione. Poi, chiacchierando con Vittorio Lussu, insegnante volontario della Penny Wirton, e con l’aiuto dell’Associazione Famiglie accoglienti di Bologna, tramite Cristina Caravita e Fabrizio Tonello, l’idea iniziale ha preso corpo. Trovato un tecnico disponibile – Daniele Pietro Bianco di Ali Rosanero – siamo così partiti. Come Bologna Rugby li ospitiamo gratuitamente al Centro, ma stiamo cercando anche di trovare soluzioni, con le “Famiglie accoglienti”, per le dotazioni tecniche, le assicurazioni e i trasporti”.

L’allenatore Daniele Pietro Bianco. “Quando mi hanno proposto di allenare i ragazzi ho accettato immediatamente. Faccio parte di Ali Rosanero (l’associazione che riunisce i tifosi del Palermo Calcio), e al “Bonori” abbiamo la sede. Con il Bologna Rugby collaboriamo sul progetto “Sport inclusivo” e anche se amiamo sport diversi, condividiamo gli stessi valori: lo sport deve essere uno strumento d’integrazione e inclusione. Non avevo dubbi sulla “missione” (allenare ragazzi che sanno poco di calcio e solo gli elementi base della lingua italiana è impegnativo), ma appena ci siamo incontrati sul campo, e ho visto nei loro occhi  la voglia di riscatto, il desiderio d’integrarsi, di sfruttare questa occasione per “sentirsi italiani”, sono stato ancor più felice di aver accettato. Racconto un episodio sul primo allenamento: tre di loro, due infortunati e uno dei rugbisti, se ne stavano a bordo campo, ascoltando musica. Ad un certo punto è partita a tutto volume la canzone “L’Italiano” di Toto Cutugno. Devo ammettere che all’inizio – come tutti – ho sorriso, tanto sembrava anacronistica la strofa “sono un italiano vero” cantata da neo-migranti, molti dei quali ancora senza permesso di soggiorno, poi mi sono commosso. Credo che la forza della neonata squadra sarà questa, indipendentemente dalle qualità calcistiche: la determinazione. Hanno una gran voglia d’integrarsi, di far parte della Nazione che li ha accolti, e sono disposti a dimostrarlo con l’impegno, nello studio e nello sport.”

La neonata squadra, dal punto di vista sportivo, completata la preparazione fisica e dopo aver consolidato le base tecniche del calcio, inizierà l’attività agonistica, partecipando a tornei amatoriali inizialmente all’interno del quartiere Navile, e poi, se le qualità cresceranno, a qualcosa di più ufficiale e strutturato.